Quesito del 06/05/2016

Le scrivo per sottoporle il caso di 2 persone a me molto care e vicine, le quali, purtroppo, in buona fede e con eccessiva fiducia nei confronti del parente che lo ha loro richiesto dicendo che si trattava di firme che non comportavano nessuna responsabilità, hanno firmato diverse carte in virtù delle quali abbiamo poi scoperto che sono state elette come consiglieri del consiglio di amministrazione di una cooperativa edilizia e sono risultate essere come coobbligati in solido in 2 polizze fideiussorie di cui in seguito darò spiegazioni.
E’ da precisare che non hanno mai percepito nessun tipo di compenso. La cooperativa è in edilizia economica popolare con fini mutualistici.
La vicenda si sta consumando nella provincia di Milano in un Comune dove, per l’edilizia economica popolare, era prevista la stipula della convenzione con il CIMEP, cosa che è regolarmente avvenuta a marzo del 2008 con contestuale emissione delle 2 polizze fideiussorie di cui sopra: una a copertura dell’esatto e completo adempimento di tutti gli obblighi previsti con svincolo progressivo mano a mano che i lavori sarebbero avanzati, mentre l’altra relativa alla concessione del terreno in diritto di superficie e ai relativi oneri ed obblighi.
Nell’estate del 2012 i lavori sono stati ultimati e, l’80% della polizza fideiussoria a garanzia dell’esatto compimento di tutte le opere, è stata svincolata lasciando a copertura il 20% della somma iniziale corrispondente a 93.500 euro. Di 30 appartamenti 29 erano stati prenotati da soci e di conseguenza verso fine 2012 sono iniziati i rogiti.
Fin qui tutto bene ma, arrivati a circa 13 unita abitative rogitate, i soldi che erano stati versati dai soci e che avrebbero dovuto consentire a tutti di andare al rogito sono finiti. Qui c’è da spiegare che l’accesso al conto corrente della cooperativa era consentito, su delega del presidente della cooperativa, all’imprenditore (che non è altri che il figlio del presidente della cooperativa) che, di fatto ha gestito tutta quanta l’operazione immobiliare.
Abbiamo il fortissimo sospetto se non la certezza che, sfruttando la delega ad operare sul conto corrente, abbia sottratto una notevole cifra, probabilmente oltre un milione di euro, che in parte ha dirottato su altre iniziative immobiliari e in parte ha speso per esigenze personali. Le 2 persone a me care hanno firmato, purtroppo nemmeno sapendo di cosa si trattasse, gli ultimi documenti relativi alla cooperativa nel 2008 tra cui le 2 polizze fideiussorie di cui sopra.
Dopo tale data non hanno firmato più niente e non hanno saputo più niente della cooperativa anche perchè è stato detto loro che la loro parte era finita e che ne erano fuori. Invece, a seguito della segnalazione da parte di uno dei 2 avvocati che stanno seguendo i soci che non hanno potuto rogitare, ad aprile 2015 siamo venuti a conoscenza del fatto che circa 15-16 famiglie non erano ancora riuscite a rogitare e che le 2 persone a me care risultavano essere consiglieri del consiglio di amministrazione della cooperativa in carica.
A questo punto ci siamo attivati e siamo stati in camera di commercio per vedere i documenti relativi alla cooperativa. Abbiamo scoperto che nel 2008 e nel 2012 le cariche di consiglieri sono state rinnovate durante le riunioni di assemblea con presenti anche tutti i soci. Le riunioni ovviamente sono avvenute solo su carta e, in camera di commercio, abbiamo trovato solo i verbali firmati digitalmente dal presidente della cooperativa, in cui si attesta la veridicità e la conformità del contenuto all’originale presente negli archivi della cooperativa.
Faccio notare che, le 2 persone a me care, non hanno mai controfirmato per accettazione il rinnovo delle loro cariche e, soprattutto, non hanno potuto partecipare ad assemblee che non si sono mai verificate e delle quali non sono mai state avvisate. Durante la ricerca in camera di commercio abbiamo inoltre trovato alcuni documenti precedenti al 2008 con alcune loro firme falsificate.
C’è da dire che, purtroppo, altre loro firme, fino al 2008 sono originali. Abbiamo comunque sporto denuncia segnalando la situazione e le firme false. Abbiamo poi scoperto che dal 2012 non sono più stati presentati più i bilanci. A luglio 2015 le 2 persone a me care, pur non avendo mai accettato e nemmeno essendo a conoscenza dei 2 precedenti rinnovi delle loro cariche, hanno rassegnato le dimissioni con raccomandata con ricevuta di ritorno e a dicembre 2015 le dimissioni sono finalmente andate a buon fine ed è stato eletto un nuovo consiglio di amministrazione con anche un nuovo presidente.
Arrivando al 2016 la situazione ha cominciato a precipitare. I circa 16 soci che devono ancora rogitare stanno cercando di contrattare con la banca la cifra da corrispondere mentre il comune ha fatto richiesta di escussione del 20% (93.500 euro) della garanzia residua per via del fatto che non tutti i rogiti sono stati effettuati entro 300 giorni dalla fine dei lavori come previsto, anche se non perentoriamente, dalla convenzione col CIMEP.
Si è provato a richiedere al comune una proroga di 120 giorni e ad opporre il fatto che comunque circa la metà dei rogiti erano andati a buon fine e che quindi non poteva essere richiesta l’escussione dell’intera somma ma entrambe le richieste sono state rifiutate. La compagnia di assicurazione ha quindi versato l’intera somma richiesta dal comune e stiamo aspettando di ricevere notizie sulla procedura di regresso che ne seguirà.
Abbiamo anche tentato di coinvolgere gli avvocati che seguono i soci che non hanno rogitato per provare a presentarci davanti al comune e contrattare la cifra richiesta, vista anche la situazione di difficoltà dei soci della cooperativa che di fatto, insieme alle 2 persone a me care, hanno subito una truffa. Però l’avvocato che segue tutti i soci tranne 1 è irreperibile e non è stato possibile avere la sua disponibilità per questo incontro, ma sono venuto a sapere che conta sul fatto che, essendo la cooperativa incapiente non pagherà e potrà lo stesso andare al rogito nel momento in cui verrà trovato un accordo con la banca, cosa che, comunque, speriamo assolutamente anche noi.
Così facendo però le 2 persone a me care rischiano molto seriamente di trovarsi a dover far fronte a tutti i 93.500 euro richiesti dal comune più tutto il resto che potrebbe conseguire da questa situazione. Inutile dire che è una situazione che sta letteralmente rovinando loro la vita e che comunque siamo molto preoccupati per le persone che stanno cercando di andare al rogito e che, per quanto possibile nella loro posizione, stanno cercando di collaborare affinchè tutto si possa risolvere più facilmente.
Purtroppo però, visto la linea che ha deciso di seguire l’avvocato che segue quasi tutti i soci, le 2 persone a me care potrebbero trovarsi nella sgradevolissima situazione di cercare di rivalersi sulla cooperativa per la cifra di cui il comune ha richiesto l’escussione, visto che la cooperativa è la contraente della polizza fideiussoria.
Premesso che la banca ha erogato un mutuo fondiario ed è creditore privilegiato, che cosa potrebbe succedere in caso cercassero di esercitare il diritto di regresso? Il fatto che circa 13 soci su 29 abbiano rogitato sfruttando le giacenze del conto della cooperativa è giusto nei confronti di chi invece si è visto richiedere nuovamente tutti i soldi che aveva già versato? Chi ha già rogitato può essere chiamato a rispondere di qualcosa? Più in generale quali potrebbero essere le altre conseguenze per le 2 persone a me care?

Risposta al quesito:
I due soggetti fideiussori sono certamente esposti alla rivalsa dell’assicurazione  e , pertanto, devono salvaguardare la propria posizione con grande accortezza e tempestività, ovviamente servendosi di assistenza professionale altamente specializzata.
Nonostante la Cooperativa sia strutturata come Società a responsabilità limitata , nel caso di specie sembra ci siano i presupposti per agire anche nei confronti dei soci che hanno già stipulato l’atto pubblico di assegnazione dell’alloggio.
E’, pertanto, consigliabile che, esaminati attentamente gli atti (in particolare il contratto fideiussorio e i contratti di assegnazione degli alloggi) i due fideiussori mettano immediatamente in  mora tanto la Cooperativa, quanto i soci assegnatari e i soci ancora  in attesa di stipulare l’atto pubblico.
Nella prevedibile ipotesi di mancato positivo riscontro, i due fideiussori (se escussi dall’assicurazione) dovranno dare corso all’azione giudiziaria in danno sia della Cooperativa che dei soci (nei confronti di questi ultimi con azione revocatoria).