Quesito del 13/10/2016

Sono un ex-socio (ora dimissionario) di una società cooperativa edilizia che ha realizzato una serie di case a schiera attraverso un mutuo bancario ed i versamenti dei soci che venivano richiesti periodicamente dalla cooperativa; ero uno dei soci assegnatari di una delle suddette case a schiera, ma purtroppo, dopo circa 5 anni, per una gestione non ottimale della stessa che ha portato ad un aumento considerevole dei costi di realizzazione delle stesse, sono stato costretto a dimettermi in quanto impossibilitato a sostenere quei costi di costruzione lievitati in maniera esponenziale rispetto ai costi iniziali.
Prima di me anche altri soci si erano dimessi per le stesse ragioni. Sottolineo che la cooperativa mi ha inviato una comunicazione scritta con la quale, viste le ragioni, accettava le mie dimissioni che avevo a suo tempo formulato con raccomandata A/R.
Sono passati ormai più di tre anni dall’accettazione della cooperativa delle mie dimissioni ma, ad oggi, non ho avuto ancora nessun rimborso del mio CONSIDEREVOLE credito versato alla cooperativa per la costruzione della casa a schiera a me assegnata. Nel frattempo, circa tre anni fa, tre soci (fra cui l’allora Presidente della Cooperativa) hanno rogitato.
Successivamente al rogito dei tre soci, e cioè poco più di un anno e mezzo fa la cooperativa è passata in gestione commissariale e le case rimanenti, cioè quelle assegnate all’epoca ai soci dimissionari, sono state “messe in vendita” ad un prezzo fortemente più basso rispetto ai reali costi sostenuti sia per l’acquisto del terreno su cui insistono le case sia per la realizzazione delle stesse. Infatti da subito la messa in vendita delle case è stata fissata ad un prezzo bassissimo, prezzo che definirei sottocosto (…stiamo parlando di una differenza di prezzo – tra i costi effettivamente sostenuti per la realizzazione di ogni casa, compreso l’acquisto del terreno, ed il prezzo di vendita – di circa 100.000 euro in meno a casa..).
Appare ovvio che con tali prezzi di vendita non potranno MAI essere recuperate le somme necessarie a soddisfare in buona parte quantomeno tutti i creditori (Banche, Fornitori, Soci dimissionari e Soci ancora in forza….). C’è da sottolineare che a nessuno degli ex-soci dimissionari è MAI stata fatta dalla cooperativa la proposta di acquisto delle case a schiera….
Solo vedendo la pubblicità nella vetrina di un’agenzia immobiliare locale, siamo venuti a conoscenza della messa in vendita delle case ed a quei miseri prezzi; tra le altre cose, sembrerebbe che alcune case a schiera siano state “vendute” abbastanza recentemente nonostante la cooperativa non sia arrivata ad alcun accordo con gli ex-soci relativamente all’accettazione o meno della misera percentuale di rimborso del loro credito vantato nei riguardi della cooperativa.
Vorrei precisare che poche volte (circa tre volte in poco più di un anno e mezzo di gestione commissariale) siamo stati contattati dal Commissario e solo per proporci l’accettazione di un misero rimborso a saldo del nostro credito… talmente esiguo che ci farebbe perdere dal 70% all’80% dei risparmi di una vita.
Mi domando: cosa possiamo fare per recuperare quanto più possibile del nostro credito visto che la vendita degli immobili non è ancora stata definita del tutto? Inoltre, visto l’avvicinarsi della scadenza di due anni del mandato commissariale, cosa comporterebbe la non accettazione da parte degli ex-soci dell’esiguo rimborso proposto dal Commissario? E visto che la gestione commissariale dovrebbe ripristinare la compagine sociale, azzerare tutti i debiti della cooperativa e portando la stessa cooperativa in ATTIVO, come è possibile che avvenga tutto questo se noi soci non accettiamo il rimborso propostoci?
In uno di quei pochi incontri qualcuno degli ex-soci aveva proposto di acquistare la casa versando ovviamente la differenza tra il prezzo della messa in vendita ed il credito vantato nei riguardi della cooperativa; di tutta risposta il Commissario avrebbe risposto negativamente, precisando che avrebbe potuto vendergli la casa al prezzo già stabilito senza alcuno storno del credito vantato dall’ex-socio nei riguardi della cooperativa.

 

Risposta al quesito:
Occorre preliminarmente verificare se la Cooperativa è sottoposta al Commissariamento Straordinario ovvero alla Liquidazione Coatta, dovendosi applicare nel primo caso le norme civilistiche riferite alla gestione sociale, mentre nel secondo caso la disciplina della Legge Fallimentare.
In ogni caso, un punto nodale della vicenda sembrano essere i rogiti stipulati in favore di alcuni soci, in quanto, in costanza di una forte esposizione debitoria della Cooperativa, essi rappresentano una “dismissione patrimoniale”, che genera una specifica responsabilità degli amministratori.
In ragione di quanto precede, i soci receduti, in quanto creditori danneggiati, possono sollecitare il Commissario all’azione revocatoria, se ne ricorrono i presupposti, ovvero all’azione di responsabilità verso gli amministratori (ciò al fine di recuperare attivo sociale).
I soci receduti, inoltre, devono verificare la legittimità dei crediti verso la Cooperativa, in particolare quelli vantati dall’Istituto di credito, ciò per decurtare eventuali crediti per interessi pretesi dall’Istituto medesimo, ma non dovuti per l’applicazione dell’anatocismo.
Se il Commissario (Straordinario o Liquidatore), opportunamente sollecitato, non provvede agli adempimenti dovuti per legge, può essere convenuto dai soci receduti con azione diretta di responsabilità.
In assenza dell’azione sollecitata al Commissario, i soci possono agire anche con azione diretta contro gli ex amministratori, purché non siano trascorsi cinque anni dalla cessazione della loro carica.