Quesito del 22/03/2015

Nel 2011 sono entrata a far parte di una coop. di abitazione che stava costruendo delle abitazioni su zona Peep, dopo un anno circa in cui ho versato ciò che dovevo per poi accedere al mutuo, improvvisamente si fermano i lavori.
La ditta che nel frattempo avevamo conosciuto ci dice che non può più continuare perchè il Presidente non paga più. Dopo che noi soci ci siamo conosciuti e ci siamo occupati di conoscere i problemi che colpivano il nostro progetto e dopo una serie di vicissitudini riusciamo a far dimettere il vecchio presidente insieme al suo consiglio e ne formiamo un altro di cui io stessa faccio parte.
Cominciamo con molte difficoltà a ricostruire la storia contabile della coop. fino a quando ci fermiamo perchè ci manca la delibera di giunta con cui il comune delibera l’esproprio del terreno. Questa, ovviamente, è condizione essenziale per la Banca la quale non vuole concederci il mutuo.
Consapevoli del fatto di essere stati truffati decidiamo di procedere con la liquidazione coatta amministrativa perchè nel frattempo si sono presentati una quantità di creditori che dichiarano di vantare credito nei confronti della coop. Abbiamo denunciato agli organi competenti ma siamo molto sfiduciati perchè abbiamo paura di aver perso i nostri soldi e la casa.
Nel frattempo in una riunione informale al Comune ci viene detto che il Comune stesso è tranquillo nella sua posizione perchè la mancanza della delibera di giunta era concordata con la coop.
Volevo sapere solo se ci potrebbe essere una possibilità di recuperare i nostri soldi se decidiamo di denunciare il Comune marcando il fatto che nel momento in cui il nuovo consiglio di amministrazione si è accorto del problema si è dissociato dall’operato del vecchio consiglio denunciando alle autorità competenti.

 

Risposta al quesito:
Il problema che sembra emergere dai fatti esposti riguarda la permanenza dello stato d’insolvenza della Cooperativa, nonostante la nomina dei nuovi amministratori.
E’ molto probabile che, questi ultimi non abbiano potuto formulare un piano di risanamento, né abbiano saputo risolvere la questione con il Comune relativamente all’esproprio del terreno.
Nell’ottica che precede la Cooperativa sembra destinata alla liquidazione coatta amministrativa, con la conseguenza che la liquidatela dovrà provvedere a liquidare le attività, pagando prioritariamente i creditori terzi. Sembra improbabile che i crediti postergati dei soci possano essere soddisfatti, anche in misura minima.