Sono socio di una cooperativa edilizia (mutual. preval.) che ha costruito uno stabile di n. 16 alloggi, dei quali sono stati consegnati a tutt’oggi solo 10/16.
Questo stato di cose prosegue da circa due anni e, per tale motivazioni, non sembra possibile la realizzazione del frazionamento del mutuo. Ciò ha generato l’addebito semestrale nei Ns. confronti di interessi di preammortamento (600/700 euro).
La Cooperativa ci chiede continuamente anche la corresponsione degli interessi di preammortamento degli alloggi non assegnati, lamentando criticità economiche di cassa. Per tali motivazioni sono stretti ad utilizzare gli importi da noi versati a diverso titolo (affitto/interessi preammortamento) per coprire anche le spese degli invenduti.
A tutt’oggi, quindi, in capo a ciascun socio gravano: l’affitto mensile, interessi di preammortamento del proprio alloggio e quelli degli alloggi invenduti.
Tutto ciò è lecito? In che modo tale circostanza può essere migliorata?
A mio avviso la Cooperativa ha deciso di consegnare gli alloggi con un numero di prenotazioni troppo basso (7-8 su 16); doveva attendere ulteriori prenotazioni per poi consegnare, in tal modo evitando di gravare come adesso succede.
Cosa sarebbe accaduto, infatti, se la Cooperativa avesse deciso di consegnare gli alloggi solo con n. 4 prenotazioni?
I 4 soci avrebbero pagato per 16? In definitiva la Coop. non esita in ciascuna riunione a ribadire che questo è il naturale stato delle cose e che la Cooperativa di fatto siamo Noi e, pertanto, gli unici a dover fronteggiare le suddette spese.
Va ricordato, peraltro, che questa Coop. è convenzionata con la Regione Lazio (edilizia ex Gescal – edil. popolare) e che la stessa ha ricevuto un contributo regionale per la costruzione.
Da ciò è evidente anche la contraddizione delle cose: a fronte di un contributo regionale per favorire le giovani famiglie, ci si ritrova dinnanzi a spese eccessive/problematiche troppo complesse.
Risposta al quesito:
Da quanto esposto, sembra che la Cooperativa non abbia i sei soci cui assegnare gli alloggi e, quindi, si è verificata una situazione di stallo in ordine al razionamento del mutuo e alle relative assegnazioni.
Se non si risolve la questione dell’ammissione di nuovi soci ovvero della vendita a terzi degli alloggi residui, la Cooperativa rischia di essere messa in liquidazione coatta.
In ragione del rischio che recede, i soci, se in possesso di atto di prenotazione, potrebbero convenire in giudizio la Cooperativa per il trasferimento coattivo dell’alloggio, ciò dopo avere ottenuto il frazionamento del mutuo con provvedimento giudiziario nei confronti della banca.