Questi del 21/05/2019

Egregio avvocato… siamo una coppia che forse ingenuamente si è fidata di una società promotrice di cooperative edilizie che raccoglie adesioni al fine di acquistare immobili da fallimenti gestiti dal Tribunale.
Infatti dopo un versamento di 1200 Euro a titolo di iscrizione socio ed istruttoria, dopo aver scelto l’immobile facente parte di un complesso di 4 edifici nuovi gestiti dal Tribunale di Modena abbiamo versato la somma di 16.500 Euro corrispondente al 5% del valore immobile a questa cooperativa sorta proprio a tale scopo…
Dopo 9 mesi e 3 aste andate deserte, tranne l’offerta della Coop stessa (ovviamente al ribasso) non ancora accettate e dopo una denuncia per truffa da parte di un socio che ha chiesto la restituzione del suo acconto negata in tempi brevi, la GdF ha oscurato il sito della società in questione. Recatomi personalmente a Roma per verificare esistenza ed attendibilità della società stessa, l’architetto incaricato mi ha risposto che se faccio lettera di recesso devo aspettare 180 giorni per il rimborso… visto che a suo dire prossima udienza di vendita a fine settembre… ed ora noi temiamo di non rivedere più i nostri sudati soldi.
Come posso regolarmi e tutelarmi … sempre se c’e possibilità?
La società in questione nonché la Coop stessa hanno la stessa sede legale a Roma.

Risposta al quesito:
Occorre verificare se la Cooperativa è realmente esistente, posto che la GdF avrebbe oscurato il sito.
Se si tratta di una truffa, basata su Società fittizia, l’unica tutela è quella di seguire il procedimento penale con la costituzione di parte civile, nella speranza di potere ricavare qualcosa dall’azione nei confronti degli imputati condannati.
Se, viceversa, si tratta di una Cooperativa le cui gestione è compromessa da eventi più o meno dolosi, in tal caso la tutela potrebbe essere di natura civilistica, dando corso all’eventuale giudizio risarcitorio, previa attenta valutazione dei presupposti di fatto e di diritto.