Quesito del 05/12/2017

Ho interrotto da maggio 2017 il mio rapporto con una cooperativa di servizi per lo spettacolo, in modo consensuale e su loro proposta. Rimane però una fattura a quanto pare non pagata da un cliente per cui ho svolto un lavoro insieme ad altri tre colleghi associati, di circa 9.000 euro (di cui solo 2000 pagati come anticipo), ora che sono fuori coop (e dopo mesi di silenzi da parte loro), ho chiesto di essere pagato, per la mia percentuale, che d’accordo con gli atri ex collaboratori è stata quantificata in euro 1.500 netti.
La domanda: è mio diritto chiedere questi soldi, ora che non sono più socio e non avendo garanzie di essere ricontattato da questa cooperativa?

Risposta al quesito:
Occorre, innanzitutto, distinguere tra il rapporto intrattenuto come socio e il rapporto contrattuale per prestazioni rese alla Cooperativa da esterno.
Nel primo caso, il socio ha svolto lavoro dipendente nell’ambito del rapporto sociale e, pertanto, occorre verificare il saldo dei reciproci debiti e crediti tra la Cooperativa e l’associato.
Se il saldo è a favore di quest’ultimo, lo stesso è tutelato dalle norme sul lavoro dipendente e, se può provare il proprio credito, può ottenere un decreto ingiuntivo emesso dal Giudice del Lavoro.
In tal caso, tuttavia, è necessario esaminare il deliberato che ha sancito la cessazione del rapporto di lavoro, in quanto se esso ha imposto un qualche versamento a carico del socio, in mancanza di opposizione da parte di quest’ultimo, la Cooperativa può chiedere la compensazione del proprio debito di lavoro con il credito vantato in ragione del deliberato medesimo.
Nell’altra ipotesi, quella del libero rapporto esterno, cioè privo di vincolo sociale, il creditore può ottenere un decreto ingiuntivo nei confronti della Cooperativa, a condizione che possa provare per iscritto il proprio credito (ad esempio con il contratto); nel caso contrario può instaurare un giudizio ordinario per ottenere la sentenza di condanna della Cooperativa debitrice.