Quesito del 20/03/2015

Sono un ex socio di una cooperativa edilizia in Roma. Sono diventato socio di tale coop nel 2003 e dimesso da socio nel 2012 a rogito avvenuto.
La costruzione delle villette a schiera è cominciata nel 2003 e terminata nel 2006. Tale cooperativa, inizialmente a proprietà indivisa, è stata trasformata, con i dovuti consensi, a proprietà divisa e nell’ottobre del 2012 abbiamo rogitato (ovviamente mutuo frazionato). Siamo venuti a conoscenza che nel 2005 il presidente della coop ha ceduto il contributo pubblico alla banca mutuante.
Tale cessione è stata ratificata con decreto dirigenziale del ministero delle infrastrutture e da rogito notarile. Questa cessione è avvenuta solo sulla carta perché il provveditorato continua ad erogare il contributo alla coop e non alla banca, ma quest’ultima non ha mai sollevato il problema.
Il provveditorato, dopo nostra esplicita richiesta, si è limitato a dirci che nel 2008 il presidente della coop ha firmato una propria dichiarazione in cui asserisce di non aver ceduto il contributo pubblico a nessun ente o istituto di credito. Il decreto dirigenziale non è mai stato annullato da altro decreto.
Cosa possiamo fare?

Risposta al quesito:
Quanto rappresentato nel quesito non sembra essere aderente alla realtà.
Per quanto è noto, i contributi pubblici sono erogati sugli interessi, che vengono abbattuti a seguito dell’agevolazione finanziaria.
In tale ottica, al momento della stipula del mutuo, ex lege l’Istituto mutuante riceve dall’Ente finanziatore la quota parte degli interessi, sicché la parte rimanente va a gravare sulle rate a carico dei soci (così beneficiati degli interessi agevolati).
Alla luce di quanto precede, non si comprende quale contributo la Cooperativa continui a percepire e, comunque, quale sia il presunto conseguente problema.