Quesito del 19/10/2019

Sono presidente di una coop edilizia ad Ardea in provincia di Roma.
Le scrivo perché non so come mi devo comportare riguardo la seguente situazione che passo a descriverle.
La coop è nata per l’acquisto di un terreno agricolo di circa 2 ettari con l’auspicio che passava edilizio e che si sarebbe potuto lottizzare.
Ciò non è avvenuto, perciò con l’ultimo condono edilizio molti hanno costruito abusivamente ed hanno condonato.
Con questo condono poi siamo riusciti ad andare davanti al notaio e lottizzare tutto il terreno.
Ma subito dopo il condono edilizio usci il condono catastale e chi non aveva fatto il condono edilizio fece quello.
Davanti al notaio scoprimmo che si poteva fare il passaggio di proprietà di tutto meno che di quello che era stato condonato al catasto in quanto abusivo.
Perciò ad oggi la coop rimane proprietaria di 6 pezzetti di terreno fra l’altro interclusi che vanno dai 50 ai 200 mt quadri dove sopra ci sono questi fabbricati abusivi in 6 lotti.
Ora ogni anno spendiamo soldi per il bilancio e ogni 2 anni per l’ispezione.
Noi vogliamo chiudere la coop ma come facciamo con questi pezzetti non assegnati?
L’addetto all’ispezione mi ha detto che se non riesce a fare l’ispezione chiude la coop per ufficio ma poi questi pezzetti di terra che fine fanno?
Se lei ha una strada percorribile ce la può dire?

Risposta al quesito:
Occorre verificare bene la situazione urbanistica, in quanto se è stata concessa la lottizzazione per tutto il terreno si può ancora regolarizzare la situazione degli immobili privi di permesso di costruire.
Se, viceversa, la lottizzazione del terreno esclude l’edificabilità dei lotti in cui insistono gli immobili abusivi, in tal caso non resta che richiedere l’autorizzazione per la demolizione e assegnare i terreni ai soci che hanno condonato ovvero concordare con il Comune l’eventuale realizzazione di opere di urbanizzazione.
Il caso richiede, comunque, l’approfondimento delle documentazione tecnico-amministrativa e della effettiva situazione urbanistica.