Quesito del 22/04/2021

A fine anni 80 mia madre entra a far parte di una cooperativa edilizia popolare formata da 20 soci per la realizzazione di 20 villette a schiera. Durante la fase di costruzione di suddette villette, è fallito il COPACA e dopo vari anni siamo riusciti a riscattare gli immobili, nello stesso tempo il comune ha restituito il terreno (già pagato in precedenza) ai soci della cooperativa, dichiarando nella delibera comunale che le opere di urbanizzazione sono a norma.
Adesso alcuni soci vogliono imporre, tramite assemblea, a tutti i soci restanti le spese per l’interramento dei cavi Enel in quanto (dicono loro) non a norma (ma è solo un pretesto estetico), andando così contro la dichiarazione del Comune e contro il notaio che ha stipulato l’atto di compravendita i quali dichiarano che le opere sono a norma.
La mie domande sono: può mia madre astenersi da queste spese in quanto non obbligatorie ai fini della compravendita (già effettuata) e anche della delibera comunale? La votazione avviene per maggioranza o per unanimità?

Risposta al quesito:
Occorre verificare, innanzitutto, se spetta alla Cooperativa provvedere ai lavori controversi ovvero all’eventuale Condominio già formatosi.
Occorre, poi, verificare se l’interramento dei cavi sia reso necessario da oggettivi motivi di sicurezza, come previsto per legge ovvero possa permanere aereo (per le particolari situazioni logistiche).
Se l’interramento dei cavi è obbligatorio, in tal caso la deliberazione assembleare (Società o Condominio) decide esclusivamente sui costi e sull’appalto delle opere, ma è superflua in ordine all’esecuzione dei lavori.
Nell’ipotesi contraria, l’assemblea della Cooperativa decide a maggioranza secondo le regole dello Statuto; mentre l’assemblea del Condominio decide all’unanimità, trattandosi di “opere innovative”, in quanto non obbligatorie.
La questione merita, comunque, il necessario approfondimento, dopo l’esame della documentazione tecnica e amministrativa.