A novembre 2013 divenivo socia di una cooperativa edilizia a responsabilità limitata per la realizzazione di 40 alloggi, subentrando ad un altro socio dimissionario.
All’epoca i lavori procedevano spediti e a Agosto 2014 facemmo l’atto di assegnazione, nonostante le opere di urbanizzazione secondaria e alcune opere nel mio appartamento non erano completate. Tutte le eventuali mancanze vennero messe a verbale nel verbale di assegnazione, con la promessa di completarle a breve.
A settembre 2014 l’impresa costruttrice però rallenta l’esecuzione dei lavori e riduce il personale fino a sospendere del tutto i lavori a Gennaio.
Il direttore dei lavori verbalizza l’assenteismo e tutti i soci decidiamo di procedere legalmente per allontanare l’impresa. Dopo qualche tempo il presidente e l’impresa raggiungono un accordo che permette la ripresa dei lavori a fronte di un “incentivo” economico da parte dei soci che con fiducia diamo 1000 euro a testa.
Alcuni di noi, i più fortunati, a giugno 2015 riescono ad ottenere le chiavi di casa e a trasferirsi negli alloggi che risultano completi. Purtroppo però lo stato di avanzamento dei lavori era molto diverso per i vari alloggi tanto è che per alcuni appartamenti non era stato ancora possibile nemmeno richiedere il mutuo.
A Febbraio 2016, l’impresa ha ricominciato a risultare latitante e i lavori sono stati sospesi nuovamente. Nel frattempo quasi tutti gli atti di assegnazione sono stati fatti ma il cantiere è ben lontano dall’essere chiuso e nemmeno le opere di urbanizzazione secondaria sono state completate.
E’ chiaro a tutti che per il completamento delle opere verranno richiesti altri soldi ma, visto che i vari soci hanno (o no hanno) ottenuto cose ben diverse, l’assemblea non è coesa nelle delibere. Infatti, alcuni soci hanno già ottenuto gli appartamenti e li abitano, mentre altri non hanno le saracinesche dei garages oppure le porte interne, oppure addirittura non hanno mai ricevuto le chiavi (nemmeno quelle di cantiere) che l’impresa tiene praticamente in ostaggio.
Da qui ecco le mie domande:
– possono essere i soci obbligati a pagare una cifra che esula ciò che era stato pattuito e presentato nei bilanci?
– I soci che non posseggono le chiavi, ma hanno già fatto l’atto di assegnazione, come possono ottenerle in tempi brevi?
– I soci che hanno fatto l’atto di assegnazione, e hanno già firmato le dimissioni che non sono mai state accettate, possono richiedere che vengano accettate e, se si, non avere più niente a che fare con la cooperativa?
Risposta al quesito:
Nel caso di specie appare evidente che ci sia una disparità di trattamento tra i soci, alcuni dei quali hanno ottenuto l’alloggio, mentre altri ancora combattono con l’impresa.
Alla luce dii quanto precede, occorre che i soci danneggiati mettano in mora gli amministratori e, in caso di loro inadempienza, diano corso all’azione giudiziaria nei confronti dell’impresa e della stessa Cooperativa sia per ottenere l’alloggio (ovvero l’equivalente in danaro), sia per avere l’adeguato risarcimento per tutti i danni subiti.
Quanto ai soci dimissionari, gli stessi non hanno diritto a recedere ma devono contribuire a tutte le spese sino all’estinzione della società.
E’ bene rammentare che gli amministratori hanno l’obbligo di rifiutare il recesso con comunicazione tempestiva, in assenza della quale potrebbe consolidarsi una sorta di silenzio assenso, con grave danno per i soci non receduti.