Quesito dell’08/04/2016

Sono socio di una società cooperativa di abitazione a mutualità prevalente e senza scopo di lucro nata nel 1966 per realizzare una lottizzazione avente lo scopo di costruire un grande complesso edilizio composto da circa un migliaio di ville residenziali, sorta con l’intento di fare acquisire a ciascuno dei circa 850 soci uno o due lotti di terreno che tramite più convenzioni con l’amministrazione comunale di residenza ha provveduto alla realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione primaria e secondaria,ed essendo prossima alla consegna totale delle stesse opere,attualmente non ancora completate, si trova nella necessità di reperire i fondi necessari per il completamento delle opere stesse e di provvedere nel contempo alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade e degli impianti comuni (acquedotto, fognature, illuminazioni stradali e viabilità che il comune si rifiuta di prendere in consegna) confortato anche dall’esito del ricorso al consiglio di stato che con apposita sentenza le ha dato ragione.
Poiché attualmente la cooperativa non ha più la disponibilità di ulteriori lotti da cedere ad altri soci occorre necessariamente che i soci residenti si facciano carico delle spese sopra descritte da sostenere e quindi trasferire ai soci le relative spese.
Gli attuali amministratori stanno provvedendo a recuperare le spese formalizzando per il riparto dei costi di produzione e distribuzione dell’acqua potabile ,applicando a ciascun utente costi differenziati non solo in funzione dei consumi annuali rilevabili dalle letture dei contatori posti sul confine di ciascuna residenza come avviene per legge per le numerose comunioni dislocate nelle zone rivierasche che come la nostra producono e distribuiscono l’acqua autonomamente ad un unico prezzo unitario uguale per tutti gli utenti Il nuovo consiglio di amministrazione in considerazione che nel 2014 ha chiuso in perdita di 62.000 euro il capitolo spese per approvvigionamento e distribuzione di acqua potabile rielaborando nuove tabelle e tariffe unitarie a parere di una grande maggioranza di soci utenti, senza un senso logico e non conformi allo spirito mutualistico che in passato e sin dalla sua nascita ha guidato la cooperativa.
Sin dalla sua nascita furono stabilite dagli amministratori della cooperativa tre fasce di quote sociali equamente distribuite fra tutti i soci in funzione della superficie degli stessi lotti, applicando anche alcuni coefficienti correttivi di lieve entità.
Durante il corso degli anni, sono state variate in aumento le quote sociali, non in forma proporzionale, ma di un importo fisso uguale per ciascun socio. Una prima maggiorazione di 12 euro mensili fu stabilita, approvata ed effettuata sin dal 2010 (circostanza opinabile perché a nostro parere l’aumento sarebbe dovuto essere calcolato proporzionalmente alle quote in vigore).
Un ulteriore capitolo di spesa che si è voluto correggere è quello riguardante l’approvvigionamento idrico di acqua potabile che la cooperativa sin dai primi insediamenti dei soci ha gestito in proprio producendo direttamente tramite trivellazione di un certo numero di pozzi artesiani la cui acqua grezza viene pompata in appositi grossi serbatoi di accumulo costruiti nelle zone più alte della lottizzazione, da dove dopo essere stata opportunamente potabilizzata,viene convogliata, sempre mediante pompaggio, nelle reti di distribuzione fino all’ingresso delle varie utenze i cui tubi terminali sono dotati di misuratori dei quantitativi di mc .consumati,che trimestralmente vengono letti e fatturati ai soci utenti e consentono di valutare i consumi annuali di ciascun utente. Una ulteriore quantità di acqua già potabilizzata, viene fornita e acquistata dal comune di Capoterra che ce la fattura al costo a mc di € 0,48.
Fino alla fine dell’anno 2014 un apposito regolamento stabiliva oltre al periodo trimestrale delle letture di ciascun misuratore i costi imputabili ai consumi trimestrali per tre fasce di consumi che non consentiva di effettuare conguagli compensativi fra le diverse fasce trimestrali ed i consumi annuali.
Di seguito vengono indicate le fasce trimestrali ed i relativi costi dei consumi al mc:
la prima fascia per i consumi trimestrali fino a 100 mc aveva un costo unitario di € 0,47 al mc; la seconda fascia per i consumi trimestrali da mc 101 a mc 200 aveva un costo unitario al mc di € 0,63; la terza fascia per i consumi trimestrali superiori a mc 201 aveva un costo unitario di € 1,05 al mc.
Per l’anno 2015 il nuovo consiglio di amministrazione regolarmente eletto nel mese di maggio 2014 è composto da un presidente, da due amministratori delegati e dodici consiglieri eletti dall’assemblea ordinaria dei soci che durano in carica per tre anni.
Tutte le proposte per il governo della stessa vengono discusse, deliberate e approvate a maggioranza durante i consigli di amministrazione diventando operative dopo aver ottenuto il parere favorevole dei tre sindaci in carica ed eventualmente confermate favorevolmente dal voto di approvazione del bilancio annuale.
Per l’anno 2015 e stata deliberata una rimodulazione delle tariffe di approvvigionamento dell’acqua alle singole utenze e le diverse fasce di consumo stabilendo un aumento per ciascuna utenza di € 60 annuali per coprire i costi fissi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle condutture e per il recupero graduale delle perdite di esercizio ammontanti a € 62.000.
A fronte di tale aumento si è deliberato di cancellare il costo di 22 euro annuale per il nolo del contatore con un aumento effettivo di 38 euro per ogni utente.
Le variazioni delle fasce annuali di consumi in mc e dei costi relativi risultano le seguenti: Consumi fino a 300 mc € 0,4268 al mc Consumi da 301 a 380 mc € 0,567 al mc Consumi da 381 a 460 mc € 1,155 al mc Consumi da 461 a 500 mc € 1,936 al mc Consumi da 501 a 700 mc € 3,025 al mc Consumi oltre 700 mc € 3,0731 al mc.
Dall’esame delle due esposizioni tariffarie e quantitative appare evidente una variazione sproporzionata che colpisce particolarmente gli utenti con consumi annuali oltre i mc 460 raggiungendo un aumento che varia come di seguito: per un consumo di 400 mc annuali da € 210,00 a € 256,50 pari al 22,14 % per un consumo di 500 mc annuali da € 273,00 a € 403,24 pari al 47,70 % per un consumo di 600 mc annuali da € 336,00 a € 705,74 pari al 110,04 % per un consumo di 700 mc annuali da € 399,00 a € 1.008,24 pari al 152,69 % per un consumo di 720 mc annuali da € 411,60 a € 1.069,70 pari al 159,89 % per un consumo di 800 mc annuali da € 495,60 a € 1.315,55 pari al 165,45%.
La mia perplessità nasce dal presupposto che essendo la società cooperativa a mutualità prevalente e senza fine di lucro non sia onestamente praticabile un trattamento esageratamente diversificato fra i soci, obbligando gli stessi a privarsi di un bene primario quale è quello di rinunciare al bene stesso.
Ritengo pertanto che fino a quando la fornitura e approvvigionamento dell’acqua essendo gestita dalla cooperativa, perchè da questa direttamente prodotta ed in parte anche acquistata dal comune di Capoterra ad un prezzo unitario di € 0,48 al mc per tutta la quantità acquisita non possa essere sostanzialmente e diversamente maggiorata in funzione della maggiore quantità consumata. Se ciò eventualmente si verificasse rappresenterebbe sicuramente un lucro.
In definitiva ritengo proponibile una soluzione di compromesso che consideri basilari le tariffe e le fasce vigenti e si provveda ad aumentare proporzionalmente i costi unitari applicati per ciascuna fascia di consumo fino a recuperare le perdite di esercizio prevedibili e all’occorrenza aumentare proporzionalmente anche le quote sociali per compensare i costi fissi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle condotte idrauliche dell’acqua utilizzata per i servizi delle proprietà comuni quali uffici, campi di giuochi per i bambini, irrigazioni di prati e giardini e parchi al servizio della comunità e quant’altro non strettamente legato alla quantità di mc consumati da ciascun utente.
Resto in attesa di conoscere la Sua cortese e confortevole opinione legale che obblighi i sig.ri amministratori che hanno deliberato in merito a rivedere e correggere le fasce e le tariffe vigenti applicate ai consumi di acqua durante l’anno 2015.

Risposta al quesito:
Il principio che deve ispirare l’attività sociale delle Cooperative a mutualità prevalente  è certamente quello della parità di trattamento dei soci, la cui inosservanza comprometterebbe la stessa natura mutualistica di tali Società.
Orbene, nel caso di specie sembra che il costo dell’acqua potabile prodotta dalla Cooperativa sia commisurato alla quantità consumata, senza alcun riferimento al numero dei componenti il nucleo familiare dei soci utenti.
Da quanto precede, se ne inferisce che gli amministratori non osservano il predetto principio di parità di trattamento dei soci, così contravvenendo al principio di parità di trattamento, a cui sono vincolate le Cooperative a mutualità prevalente.
Occorre, pertanto, verificare se il criterio di determinazione del prezzo sia stato approvato da una assemblea dei soci e, in caso affermativo, procedere con l’impugnativa per la declaratoria di nullità, in quanto assunto contra legem.
Se, viceversa, non esiste alcun verbale di approvazione, occorre impugnare il bilancio predisposto dagli amministratori, chiedendone la rettifica ai sensi di legge.
In ogni caso, occorre preventivamente mettere in mora gli amministratori esponendo loro le argomentazioni ragionate per indurli a modificare i criteri di cui trattasi.