Nel ringraziarLa della risposta e facendo seguito al quesito del 4 Gennaio (Prestito infruttifero in una Cooperativa per Box auto), rilevando una mia mancanza di chiarezza, specifico che:
– in luogo di un “conto anticipazioni” si è scelto il regime del “prestito sociale” in quanto i box erano stati ultimati ed alcuni assegnati; il bilancio crediti-debiti era in pareggio ma i debiti andavano onorati ora e i crediti (box invenduti e IVA anticipata) andavano incassati nel tempo.
– nello statuto, l’unico riferimento ai prestiti è alla voce “Oggetto sociale” e recita: “La Cooperativa può ricevere prestiti da soci, finalizzati al raggiungimento dell’oggetto sociale, secondo i criteri ed i limiti fissati dalla legge e dai regolamenti. Le modalità di tale attività saranno definite (ove necessario) con apposito Regolamento approvato con decisione dei soci.”
– il prestito è stato deliberato dall’assemblea a maggioranza relativa (senza definire alcun regolamento).
Rispetto a quanto precedentemente scritto, alcuni avvenimenti sono già successi. Pertanto mi correggo:
– L’assemblea aveva già deliberato di intentare le cause contro i soci che sono venuti meno all’ ”Obbligo del prestito” (soci assenti o dissenzienti alla deliberazione del prestito). Tali cause sono ormai avviate.
– I box invenduti sono stati parzialmente venduti; oltre ciò, rimane ancora da incassare l’anticipo IVA dall’Agenzia dell’Entrate
– Si paventa il rischio di un ulteriore causa: un socio (resistente al prestito), aggredito dalla Coop per il mancato prestito, ha deciso di vendere il suo box ma ha visto sfumare tale vendita, a causa della mancanza di agibilità (Agibilità promessa dalla Coop ma non ottenuta per ritardi tecnici) e ritiene di essere stato danneggiato.
– L’amministrazione prova a rassicurare i soci spiegando che l’obbligo di prestare era perentorio: chi non ha aderito al prestito, perderà la causa!
– C’è anche chi sostiene che i soldi “da prestare”, se incassati a seguito di sentenza, non costituiscano più un “prestito alla cooperativa” ma divengano un “credito inatteso”. Cosa che renderebbe un po’ più sensata una causa per un mancato prestito.
Chiarito ciò, mi domando
1) quale sia stata la reale utilità di tali cause, per un mancato prestito;
2) quali le possibilità di vincere contro chi ha negato un prestito, deliberato in sua assenza o con suo diniego
3) una sentenza favorevole al prestito alla Cooperativa, può trasformare un “prestito” in un “credito inatteso”.
4) il socio a cui è stata fatta causa per non aver prestato, avendo visto sfumare la vendita del box (per la mancanza dell’agibilità) ha titolo per intentare causa contro la Cooperativa per la mancata vendita del suo bene?
Risposta al quesito:
Va confermato quanto detto, in quanto dai chiarimenti sembra ulteriormente emergere che i “prestiti” non erano richiesti ai soci a titolo di attività finanziaria della Cooperativa, ma necessitati dal fabbisogno di liquidità e, quindi, per esigenze gestionali.
Se i deliberati non sono stati opposti essi sono divenuti vincolanti per i soci. I soci medesimi possono intentare giudizi risarcitori er eventuali inadempienze (agibilità o meno), ma questa è tutt’altra vicenda che esige il fondamento della domanda giudiziale nella reale inadempienza della Cooperativa.
Altro non può dirsi, in quanto sarebbe necessario un approfondimento della documentazione probatoria e dei fatti societari.