Quesito del 30/10/2015

Sono socio in una coperativa edilizia indivisa da 8 anni.
Siamo da 3 anni in attesa di fare l’atto. A gestire la cooperativa a livello di consulenza è il presidente, come deliberato dall’assemblea con apposito compenso da attribuire al medesimo.
Considerata la necessità di fare l’atto in qualità di socio ho chiesto i conti
dell’immobile completo nonchè singolarmente del mio alloggio. Il medesimo mi ha risposto con raccomandata dicendo che sono in atto i conti (da circa un anno) e pena la mia esclusione da socio mi ha intimato di pagare spese di gestione inerente 3 annualità sebbene non le avesse richieste singolarmente per ogni annualità pregressa!
E’ mia facoltà chiedere verifica degli stessi conti e nell’occorso una volta ricevuti pagare regolarmente?! Le sembra corretta come procedura ma sopratutto e lecito chiedere 3 anni contemporaneamente intimando il pagamento stesso in una settimana?

Risposta al quesito:
Occorre preliminarmente verificare se esiste uno specifico deliberato assembleare che prevede la copertura attuale di spese pregresse, riguardanti le tre annualità, in quanto se così fosse, in assenza di una opposizione al deliberato, non sarebbe possibile alcun intervento rettificativo.
Occorre, inoltre, verificare se le spese relative a ciascuno degli anni in questione siano state esposte nei bilanci d’esercizio di competenza temporale, in quanto, se così fosse, nella presumibile ipotesi  di avvenuta approvazione da parte dell’assemblea, non potrebbe sollevarsi alcuna contestazione nel merito di esse spese.
Se viceversa, le spese in questione non sono state mai poste all’approvazione dell’assemblea, in tal caso sarebbe possibile chiedere spiegazioni agli amministratori.
In caso di mancata risposta e di fondate motivazioni si può opporre il bilancio e, nei casi più gravi, procedere con il controllo giudiziario della società.

Quesito del 30/10/2015

Sono socio di una cooperativa edilizia a proprietà indivisa.
Nell’assemblea del mese di ottobre u.s., a seguito di verifica contabile da parte dell’attuale commercialista, è emerso che sarei debitore verso la cooperativa di somme di denaro risalenti dall’anno 2001 all’anno 2004.
L’attuale presidente si è limitato a consegnare i prospetti ai singoli soci dandone atto, per ricevuta, nel corpo del verbale di assemblea, aggiungendo che eventuali contestazione possono essere mosse all’organo di amministrazione. preciso che i vari bilanci sono stati tutti approvati senza indicare tali debiti/crediti.
Le domande sono queste: possono pretendere quei pagamenti dopo aver approvato i bilanci; i quanti anni si prescrivono.

Risposta al quesito:
Se i presunti debiti sociali non sono stati esposti nei bilanci e risalgono al triennio 2001-2004, devono ritenersi prescritti, posto che i rapporti sociali si prescrivono in cinque anni.
Occorre, tuttavia, fare attenzione ad eventuali deliberati assembleari che impongono i versamenti di annualità precedenti, mediante rettifiche contabili approvate dalla maggioranza.
In tal caso, sarebbe necessario procedere opponendo il deliberato in sede giudiziaria.

Quesito del 30/10/2015

Sono socio di una cooperativa.
Questa estate per rimettere il bilancio in positivo ci hanno detto di effettuare un finanziamento per ricapitolare il nostro capitale e rimetterlo in utile. Dato che ad oggi il finanziamento non è ancora partito e io ho trovato un altro posto di lavoro, sono obbligato per legge a dover dare i soldi alla cooperativa? In quanto loro me lo tratterrebbero dal mio TFR.
Premetto che in fase di assemblea abbiamo firmato tutti l’assenzo al finanziamento e che abbiamo promesso di pagarlo anche in caso di licenziamento successivo.
C’è una legge particolare a cui potrei appellarmi oppure no?

Risposta al quesito:
Se l’assemblea ha deliberato l’aumento di capitale sociale, il socio che recede antro un anno dal deliberato è obbligato al versamento degli importi a lui spettanti pro quota.
Con l’accoglimento del recesso, il CdA deve restituire al socio il capitale sociale versato, al netto di eventuali utilizzazioni per perdite d’esercizio, esposte nei bilanci approvati.
La disciplina che precede si applica al capitale sociale, mentre ne restano esclusi gli eventuali “prestiti sociali” ovvero le anticipazioni per lo scambio mutualistico.
In questi ultimi casi il socio che recede non è obbligato al versamento delle relative somme.

Quesito del 29/10/2015

Sono subentrato con assegnazione provvisoria come socio di una coop. edilizia nata a proprietà indivisa poi trasformata a divisa, la coop. nata nel 1982 con agevolazione pubblica mutuo che già estinto.
Io nel 2004 ho chiesto un mutuo ipotecario ancora in corso sull’unità in assegnazione, adesso si vuole sciogliere la cooperativa: quesito la mia ipoteca sull’alloggio in assegnazione può prevaricare sullo scioglimento della cooperativa?

Risposta al quesito:
La proposizione del quesito non è chiara, in quanto il mutuo ipotecario può essere concesso al proprietario dell’immobile, che nel caso di specie dovrebbe essere lo stesso socio assegnatario.
Se così fosse, l’ipoteca gravante sull’immobile non avrebbe alcuna incidenza sullo scioglimento della Cooperativa, non essendo essa proprietaria del bene già trasferito al socio assegnatario (con atto pubblico).
Se, viceversa, la Cooperativa è rimasta proprietaria dell’immobile (non ancora assegnato definitivamente) e ha prestato consenso quale terzo datore d’ipoteca per il mutuo a favore del socio, in tal caso lo scioglimento della Società comporta il preventivo trasferimento del medesimo immobile al socio, con contestuale accollo della residua ipoteca sullo stesso gravante.

Quesito del 28/10/2015

Nel 2007 sono entrato a far parte di una cooperativa edilizia per futura costruzione di appartamenti, di cui ero prenotatario. Cooperativa composta da n. 5 soci, ed un Consiglio di Amministrazione composto da Presidente, Segretario e contabile.
Per la futura costruzione di detti appartamenti la società cooperativa ha richiesto Mutuo Fondiario le cui erogazioni sarebbero state concesse ad ogni stato avanzamento lavori. Per il Mutuo concesso, mio padre per la posizione me riguardante, ha sottoscritto Fideiussione Bancaria con la Banca stessa.
La prima erogazione è avvenuta praticamente nell’immediatezza. Nel 2008 il terreno su cui si sarebbe dovuto costruire ha avuto dei problemi strutturali a causa dei quali la competente autorità ha sospeso i lavori e successivamente bloccato il permesso a costruire. Quindi tutto si è fermato. Sempre nel 2008 ho richiesto di recedere dalla mia qualità di socio, proponendo un altro soggetto come socio entrante al mio posto. Il recesso è stato regolarmente verbalizzato sul libro delle assemblee della cooperativa in questione a seguito di regolare assemblea ed è stato autorizzato da parte della società.
Ho successivamente comunicato, anche alla Banca con cui sottoscrivemmo il contratto di Mutuo e di Fideiussione, l’avvenuto mio recesso dalla cooperativa, indicando il nominativo e tutti i relativi dati del nuovo socio che era subentrato nella qualità di socio al mio posto. Ho chiesto espressamente alla Banca che contattasse tale nuovo socio affinché lo stesso subentrasse anche nel contratto di mutuo e di fideiussione sottoscritti da me e da mio padre.
Successivamente al mio recesso dalla cooperativa, la Banca poi ha concesso alla cooperativa un’ulteriore erogazione di denaro. A tal punto ho ribadito le precedenti richieste alla Banca ed al CdA della cooperativa, chiedendo espressamente di essere informato di ogni ed eventuale ulteriore erogazione che la cooperativa dovesse ricevere. Nonostante quanto sopra, io e mio padre continuavamo a ricevere richieste di pagamento degli interessi passivi da parte della Banca. Quindi, tale richiesta di contatto del nuovo socio è stata inoltrata anche alla cooperativa dalla quale avevo receduto.
Tutti rimanevano passivi. Finché nel 2014 ho ricevuto decreto ingiuntivo da parte della banca per le somme erogate in favore della cooperativa. Cooperativa della quale non facevo più parte. Ho dovuto corrispondere alla Banca quasi € 30.000.
Vorrei sapere se posso richiedere un risarcimento dei danni agli amministratori della cooperativa per non aver gestito bene la vicenda che mi ha riguardato, per non aver compiuto quegli atti che avrebbero portato al subentro del nuovo socio anche nel contratto di mutuo e fideiussione.
Per non aver mai invitato la Banca a contattare il nuovo socio a me subentrato e per non aver mai invitato il nuovo socio a contattare la Banca affinché la stessa prendesse atto del suo subentro nella società.

Risposta al quesito:
Preliminarmente occorre verificare se vi sia stato un accordo economico tra il socio uscente e quello subentrante, in modo da potere escludere che il secondo abbia versato al primo le somme del mutuo, oggetto del decreto ingiuntivo della banca.
Nel caso in cui la predetta esclusione risulti affermativa, il socio receduto può agire con azione di rimborso e risarcitoria nei confronti della Cooperativa e del socio subentrato (da verificare la ripartizione della  responsabilità).

Quesito del 22/10/2015

Tutta la nostra storia è nel sito www.truffatidallacooperativa.it.
Cortesemente Le chiedo qualche consiglio per un esposto alla Procura e ai Carabinieri riguardante la nostra vicenda.
Ci sono modelli predisposti? Esiste una casistica al riguardo?

Risposta al quesito:
Il caso è noto e presenta molteplici profili di responsabilità sia penali che civili, che, come in altre situazioni similari, devono essere ben individuate.
Relativamente all’esposto da inoltrare alla Procura è consigliabile esporre i fatti in sequenza cronologica e formulare le conclusioni individuando i reati di cui si chiede la persecuzione.
A conclusione dell’esposto, è bene chiedere di essere sentiti quali persone offese e, comunque, di essere informate sugli sviluppi delle indagini, anche in riferimento all’eventuale archiviazione.