La Coop. Edilizia a proprietà indivisa finanziata con contributo misto statale e regionale ha richiesto un anno fa alla Regione Puglia l’autorizzazione alla cessione in proprietà degli alloggi ai sensi dell’Art. 18 L. 179/92
La Regione a un anno dalla richiesta non rilascia ancora l’autorizzazione adducendo la colpa al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che non comunica il decreto concernente il definitivo contributo erogato sul mutuo statale.
Come può la Cooperativa obbligare la Regione a ottemperare alla propria funzione?
Da Atti reperibili su internet si apprende invece che la stessa Regione, procede nei confronti di altre coop. che da anni, grazie a Notai compiacenti, hanno trasferito la proprietà degli alloggi ai propri soci senza la prescritta autorizzazione e la restituzione del contributo, intimando il pagamento “ora per allora” delle somme dovute.
Cosa rischiano gli amministratori di quelle Cooperative? Gli Atti a rogito di quei Notai sono validi a tutti gli effetti?
Risposta al quesito:
Nel caso in cui l’Amministrazione Regionale sia inadempiente (ma occorre verificare le reali circostanze) i soci possono ricorrere al TAR chiedendo la nomina di un Commissario ad acta con il mandato di provvedere agli adempimenti dovuti.
Gli atti compiuti improvvidamente dai Notai nel dispregio della legge sono invalidi, ma possono essere sanati con il pagamento delle somme dovute agli Enti pubblici aventi diritto in base alla legge. Gli amministratori compiacenti rischiano di rispondere personalmente dei debiti sociali verso gli Enti pubblici. Gli stessi Enti possono (anzi dovrebbero) addirittura evocare tutto il contributo e pretendere l’intero rimborso e non soltanto la differenza tra indivisa e divisa.