Cooperative: casi e soluzioni

Quesito dell’01/11/2015

Lavoro in una cooperativa sociale di tipo B e fra poche settimane andrò in maternità. Vorrei richiedere parte delle quote di capitale sociale versato, ne ho diritto?

Risposta al quesito:
Il capitale sociale costituisce il conferimento convenuto al momento della costituzione del rapporto sociale, sicché si ha diritto alla sua restituzione solamente nel caso di scioglimento del rapporto medesimo.
Il socio lavoratore, tuttavia, può richiedere l’anticipo sul TFR già maturato e a lui spettante per legge.

Quesito del 31/10/2015

La cooperativa con cui ho sottoscritto un preliminare di acquisto per un appartamento ad oggi (passati 2 anni dal preliminare) non ha ricevuto il permesso per costruire in quanto il terreno acquistato fa parte di un lotto CIMEP che detta dei limiti sui metricubi.
La cosa grave è che sul rogito di acquisto del terreno viene descritto il vincolo del CIMEP ed il presidente della cooperativa nonostante ciò ha proseguito nell’acquisto tenendo nascosta la problematica ai soci e chiedendo ai soci il 20% di anticipo x singolo appartamento.
Quale soluzione suggerisce per recuperare il recuperabile avendo anche in mano una fideiussione assicurativa (da statuto per uscire dalla cooperativa dovrei trovare un altro socio)?
Quale azione legale suggerisce di fare contro la cooperativa anche se una SC a R.L.?

Risposta al quesito:
L’impossibilità di ottenere il permesso di costruire costituisce grave inadempienza della Cooperativa in relazione alla prestazione mutualistica e consente al socio prenotatario dell’alloggio di recedere dal contratto di società.
In tal caso il recesso non sarebbe subordinato alla clausola contrattuale riguardante l’obbligo di farsi sostituire con un socio subentrante.
Tale recesso è consigliabile se il socio può attivare la fideiussione indicata nel quesito.
In ogni caso, gli amministratori rispondano dei danni cagionati ai soci con l’acquisto del terreno non idoneo alla costruzione.

Quesito del 30/10/2015

Sono socio in una coperativa edilizia indivisa da 8 anni.
Siamo da 3 anni in attesa di fare l’atto. A gestire la cooperativa a livello di consulenza è il presidente, come deliberato dall’assemblea con apposito compenso da attribuire al medesimo.
Considerata la necessità di fare l’atto in qualità di socio ho chiesto i conti
dell’immobile completo nonchè singolarmente del mio alloggio. Il medesimo mi ha risposto con raccomandata dicendo che sono in atto i conti (da circa un anno) e pena la mia esclusione da socio mi ha intimato di pagare spese di gestione inerente 3 annualità sebbene non le avesse richieste singolarmente per ogni annualità pregressa!
E’ mia facoltà chiedere verifica degli stessi conti e nell’occorso una volta ricevuti pagare regolarmente?! Le sembra corretta come procedura ma sopratutto e lecito chiedere 3 anni contemporaneamente intimando il pagamento stesso in una settimana?

Risposta al quesito:
Occorre preliminarmente verificare se esiste uno specifico deliberato assembleare che prevede la copertura attuale di spese pregresse, riguardanti le tre annualità, in quanto se così fosse, in assenza di una opposizione al deliberato, non sarebbe possibile alcun intervento rettificativo.
Occorre, inoltre, verificare se le spese relative a ciascuno degli anni in questione siano state esposte nei bilanci d’esercizio di competenza temporale, in quanto, se così fosse, nella presumibile ipotesi  di avvenuta approvazione da parte dell’assemblea, non potrebbe sollevarsi alcuna contestazione nel merito di esse spese.
Se viceversa, le spese in questione non sono state mai poste all’approvazione dell’assemblea, in tal caso sarebbe possibile chiedere spiegazioni agli amministratori.
In caso di mancata risposta e di fondate motivazioni si può opporre il bilancio e, nei casi più gravi, procedere con il controllo giudiziario della società.

Quesito del 30/10/2015

Sono socio di una cooperativa edilizia a proprietà indivisa.
Nell’assemblea del mese di ottobre u.s., a seguito di verifica contabile da parte dell’attuale commercialista, è emerso che sarei debitore verso la cooperativa di somme di denaro risalenti dall’anno 2001 all’anno 2004.
L’attuale presidente si è limitato a consegnare i prospetti ai singoli soci dandone atto, per ricevuta, nel corpo del verbale di assemblea, aggiungendo che eventuali contestazione possono essere mosse all’organo di amministrazione. preciso che i vari bilanci sono stati tutti approvati senza indicare tali debiti/crediti.
Le domande sono queste: possono pretendere quei pagamenti dopo aver approvato i bilanci; i quanti anni si prescrivono.

Risposta al quesito:
Se i presunti debiti sociali non sono stati esposti nei bilanci e risalgono al triennio 2001-2004, devono ritenersi prescritti, posto che i rapporti sociali si prescrivono in cinque anni.
Occorre, tuttavia, fare attenzione ad eventuali deliberati assembleari che impongono i versamenti di annualità precedenti, mediante rettifiche contabili approvate dalla maggioranza.
In tal caso, sarebbe necessario procedere opponendo il deliberato in sede giudiziaria.

Quesito del 30/10/2015

Sono socio di una cooperativa.
Questa estate per rimettere il bilancio in positivo ci hanno detto di effettuare un finanziamento per ricapitolare il nostro capitale e rimetterlo in utile. Dato che ad oggi il finanziamento non è ancora partito e io ho trovato un altro posto di lavoro, sono obbligato per legge a dover dare i soldi alla cooperativa? In quanto loro me lo tratterrebbero dal mio TFR.
Premetto che in fase di assemblea abbiamo firmato tutti l’assenzo al finanziamento e che abbiamo promesso di pagarlo anche in caso di licenziamento successivo.
C’è una legge particolare a cui potrei appellarmi oppure no?

Risposta al quesito:
Se l’assemblea ha deliberato l’aumento di capitale sociale, il socio che recede antro un anno dal deliberato è obbligato al versamento degli importi a lui spettanti pro quota.
Con l’accoglimento del recesso, il CdA deve restituire al socio il capitale sociale versato, al netto di eventuali utilizzazioni per perdite d’esercizio, esposte nei bilanci approvati.
La disciplina che precede si applica al capitale sociale, mentre ne restano esclusi gli eventuali “prestiti sociali” ovvero le anticipazioni per lo scambio mutualistico.
In questi ultimi casi il socio che recede non è obbligato al versamento delle relative somme.

Quesito del 29/10/2015

Sono subentrato con assegnazione provvisoria come socio di una coop. edilizia nata a proprietà indivisa poi trasformata a divisa, la coop. nata nel 1982 con agevolazione pubblica mutuo che già estinto.
Io nel 2004 ho chiesto un mutuo ipotecario ancora in corso sull’unità in assegnazione, adesso si vuole sciogliere la cooperativa: quesito la mia ipoteca sull’alloggio in assegnazione può prevaricare sullo scioglimento della cooperativa?

Risposta al quesito:
La proposizione del quesito non è chiara, in quanto il mutuo ipotecario può essere concesso al proprietario dell’immobile, che nel caso di specie dovrebbe essere lo stesso socio assegnatario.
Se così fosse, l’ipoteca gravante sull’immobile non avrebbe alcuna incidenza sullo scioglimento della Cooperativa, non essendo essa proprietaria del bene già trasferito al socio assegnatario (con atto pubblico).
Se, viceversa, la Cooperativa è rimasta proprietaria dell’immobile (non ancora assegnato definitivamente) e ha prestato consenso quale terzo datore d’ipoteca per il mutuo a favore del socio, in tal caso lo scioglimento della Società comporta il preventivo trasferimento del medesimo immobile al socio, con contestuale accollo della residua ipoteca sullo stesso gravante.